Le Associazioni ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici) ALMAR (Associazione Laziale Malati Reumatici) congiuntamente a Cittadinanzattiva e Tribunale dei Diritti del Malato chiedono un incontro urgente alle Istituzioni della Regione Lazio

CHIUSURA REUMATOLOGIA SAN FILIPPO NERI, APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI: “NON ABBANDONATE I PAZIENTI A SE STESSI”

La Regione Lazio ha deliberato la chiusura dell’ambulatorio di reumatologia dell’ospedale San Filippo Neri senza prevedere un piano di fattibilità per la continuità delle terapie. «I pazienti sono abbandonati a se stessi, contattano personalmente Centri o medici per esser seguiti ma spesso ricevono un rifiuto, perché le strutture sono già oberate di lavoro», evidenzia Gabriella Voltan, presidente ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici).
Al San Filippo Neri afferiscono circa 100 pazienti in trattamento con farmaco Biologico, 300 con Artrite Reumatoide 200 con Spondiloartrite e 50 con Connettivite in trattamento con farmaci diversi, inoltre l’ambulatorio effettua circa 3500 visite annuali.

ROMA, 8 APRILE 2014 – La temporanea sospensione della Determina della Regione Lazio, che prevede la chiusura dell’ambulatorio di reumatologia dell’ospedale San Filippo Neri di Roma, l’elaborazione di un piano di fattibilità basato su dati reali e una immediata convocazione delle parti per un confronto nell’esclusivo interesse dei malati. Sono le richieste urgenti delle Associazioni ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici) ALMAR (Associazione Laziale Malati Reumatici) congiuntamente a Cittadinanzattiva e Tribunale dei Diritti del Malato, indirizzate al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e ad altri esponenti della istituzione regionale. Tutto nasce dalla decisione dello scorso febbraio di cancellare il Dipartimento di Reumatologia dell’azienda ospedaliera San Filippo Neri. Una scelta che ha portato numerosi disagi ai pazienti, «praticamente abbandonati a sé stessi –sottolinea Gabriella Voltan, presidente ANMAR- poiché la determina non prevede un piano di fattibilità per garantire ai pazienti la continuità delle terapie ma lascia al commissario Straordinario dell’Azienda la responsabilità di organizzare successivamente il trasferimento dei pazienti». Al momento invece i pazienti devono chiedere personalmente di esser seguiti ad altri Centri o contattano direttamente i Reumatologi del territorio ma spesso ricevono un rifiuto, perché le strutture sono già oberate. «Non è stato tenuto in considerazione il diritto del malato ad essere curato –scrivono le Associazioni agli esponenti istituzionali della Regione Lazio- Non sono state rispettate le indispensabili misure per la contestuale presa in carico dei pazienti né è stato elaborato un Piano concreto per un passaggio dei malati da un centro ad altri. Ed inoltre sono state interpellate le Associazioni, che avrebbero potuto favorire e suggerire soluzioni decorose». Al San Filippo Neri afferiscono circa 100 pazienti in trattamento con farmaco Biologico, 300 con Artrite Reumatoide 200 con Spondiloartrite e 50 con Connettivite in trattamento con farmaci diversi, inoltre l’ambulatorio effettua circa 3500 visite annuali. I pazienti sono in prevalenza persone abitanti nella zona. «Il problema più urgente è trovare una soluzione per i cento pazienti affetti da artrite reumatoide ed affini che necessitano di cure assidue, farmaci ed assistenza qualificata –aggiunge Voltan- Per quelli cronici è già un problema cambiare medico e ambulatorio; trovarsi nella più completa incertezza diventa devastante. E’ inoltre necessario verificare poi la capacità di assorbimento dei Centri vicini e le relative liste d’attesa per garantire ai complessivi circa 4mila pazienti cure adeguate».

Ufficio Stampa ANMAR
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